mercoledì 17 marzo 2010

Perché al Chelsea...perché le Alpi

Le Alpi sono un territorio grande,vasto, per fortuna vastissimo. Se si vola verso Londra o viceversa verso l’Italia,improvvisamente, eccole le Alpi;da lassù non sembrano neppure abitate;un senso di smarrimento di territori ancora vergini,da pionieri. Non è naturalmente così,ma per noi italiani le Alpi sono lo spartiacque:di qua noi ,di là l’Europa. Estese,estesissime - più di 1200 Km.,larghe tra 100 e 400 km. - sono abitate da 16 milioni di persone.
I valichi,i trafori,le strade panoramiche,le piste da sci,le località di villeggiatura,le passeggiate,le arrampicate; e ancora gli alpeggi,le mucche,il latte, il formaggio,le popolazioni di montagna in antitesi alle popolazione di mare. Le Dolomiti,”perla nelle perle”,dichiarate oggi dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”.
Ma per sapere veramente cosa siano le Alpi bisogna andarci dentro. Bisogna, una sera d’estate, giungere ansimando al rifugio e lassù, alle ultime curve, cercare appoggio sicuro accarezzando scisti grigie ricoperte di licheni e riconoscerne l’odore. Le Alpi sono piene di profumi,ogni montagna ha il suo; odori che “gli adepti”,uomini rari che provengono da lontano,……dalla notte dei tempi,dalle ere degli alberi sacri,dei vulcani,della formazione delle rocce,riconoscono immediatamente senza bisogno di guide o parole.
Lo stesso odore dei passaggi difficili,estremi a volte,delle arrampicate,con le mani tremanti su appigli ridicoli con la faccia, le labbra, gli occhi a pochi centimetri da quella roccia dove ti agganci e dove da una fessura spunta una androsace minuscola a ridicolizzare per proporzioni e bellezza ogni giardino giapponese-miniatura di questo mondo.
Oppure bisogna andarci sulle Alpi d’inverno,ma devi esserci dentro,con il vento che urla in un buco di neve e sono le tre,le quattro, le cinque,le sette del pomeriggio,e la luce filtrata dalla neve che si smorza lenta nella notte; e poi rimane solo il vento che si placa solo quando finalmente giunge l’alba, con il sole che sorge oltre i primi orizzonti e ti accorgi che un altro giorno è passato ed uno nuovo arriva.
Oppure bisogna andare sulle Alpi,senza faticare troppo, sdraiato su di un pascolo d’estate con l’odore di terra smossa che sale dai buchi delle marmotte ,adagiato su tappeti di sagina, affacciato in prima fila su di un paradiso terrestre ,fatto di soldanella,di raponzoli e di anemoni: tappeti persiani dell’effimero vivere ….fiorire svelti svelti….. che la neve se ne è appena andata e la prossima già si prepara…. Il grande millenario larice,sotto molto più sotto,vigila con quel tronco enorme e quel ramo stracciato al vento che gli è rimasto. Il cirmolo,un po’ più su, ultima sentinella contorta;ma non diventerà troppo ardimentoso il suo salire?.
Se,svegliati da un letargo incantato,aprissimo i nostri occhi lassù, nel mezzo delle Alpi,sapremmo subito identificarne luci e colori. Non alla maniera che noi pensiamo,ma con i sensi dell’aquila e del camoscio:una luce che è fatta di ombre leggere,ma mai di tenebre;umida e che sa di zolfo nei canaloni,per esplodere piena,rotonda inebriata di profumi delicati ed indescrivibili appena si raggiungono le creste.
A maggio,a Londra, al Chelsea, tentare di rendere tutto questo con una aiuola !! Non ci dormiamo la notte per trasmetterla questa sensazione,queste emozioni. Londra crocevia del mondo. Le Alpi. Eppure spesso sono proprio “gli scalatori di città”, inglesi e francesi,americani e tedeschi,che hanno colto al meglio questi aspetti intimi delle Alpi e sono stati capaci di trasmetterli.
Sicuramente alle Alpi si è ispirato Bill Viola per sua opera immensa “Room for St. John of the Cross” dove qualcuno ha scritto sia stato spezzato il confine tra filosofia e poesia. Ma forse si è solo colto la mistica,tremenda ed impalpabile gran consolatrice, che solo le Alpi sanno dare.
Anche queste parole per spiegare quello che non si può spiegare;andiamo avanti con la nostra presunzione di farcela per il Chelsea Flower Show,indipendentemente dal posto,indipendentemente dall’ora,indipendentemente da noi.
Specchi,piante,ricerca nei vivai,permessi,luci e colori :proveremo prima tutto a casa nostra, sulle nostre montagne …..noi – Gentile pubblico -volevamo dire….. ecco una sensazione: le Alpi. Ma cosa ci è venuto in mente?,non era meglio un bel giardino italiano,quattro vasi di cotto, limoni,bosso,sassolini,la fontanina,il putto,oppure una sommessa scopiazzatura “di tendenza” con tanto blu e linee morbide e graminacee che piacciono tanto??.
Maledetti noi, “vecchiacci stizzosi”, “Luci e colori delle Alpi” ,altroché!!!!

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